Il codice Trivulziano 1080 e i ‘Danti del Cento’

Il codice Trivulziano 1080, un volume membranaceo copiato nel 1337 a Firenze da Francesco di ser Nardo da Barberino, tramanda uno dei testi più antichi e autorevoli della Commedia dantesca, seguita dai Capitoli in terza rima di Iacopo Alighieri e Bosone Novello da Gubbio. La scrittura del testo è un’elegante cancelleresca, a cui si accompagnano le pregevoli miniature attribuite all’anonimo Maestro delle Effigi Domenicane. Dal punto di vista grafico e decorativo il codice è inscrivibile nel gruppo dei cosiddetti ‘Danti del Cento’, mentre sul versante testuale si conferma come testimone primario della Commedia di Dante. Forse già nel XV secolo l’importante manoscritto migrò in area veneta, dove si trovava ancora agli inizi dell’Ottocento, quando Gian Giacomo Trivulzio lo acquistò probabilmente in occasione delle soppressioni napoleoniche dei conventi nella regione.

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