Patrimonio

A partire dal 1935 l’Archivio Storico Civico e Biblioteca Trivulziana, istituto nato in seguito all’annessione della raccolta Trivulzio al preesistente Archivio Storico Civico di Milano, tutela, valorizza, promuove e incrementa il proprio patrimonio documentario e le proprie collezioni librarie.

L’Istituto attualmente possiede oltre 1300 manoscritti, 1300 incunaboli, 16.000 cinquecentine, oltre 180.000 edizioni a stampa. Il patrimonio documentario ha invece raggiunto circa 1280 metri di sviluppo lineare. Sono inoltre messi a disposizione degli studiosi repertori bibliografici, manuali di filologia, linguistica, paleografia, storia di Milano e storia della stampa, costantemente aggiornati, al fine di offrire materiale di sussidio alla ricerca e allo studio delle raccolte.

L’Archivio Storico Civico e Biblioteca Trivulziana possiede inoltre una ricca raccolta di periodici, italiani e stranieri, di cui oltre 150 attivi.

Patrimonio documentario

Accanto alla documentazione amministrativa della municipalità di Milano (Dicasteri, Località milanesi e Località foresi, Famiglie e Materie) e alle serie archivistiche riversate dal Civico Archivio di deposito (tra cui: Piano Regolatore, Ornato Fabbriche e Ornato Strade, Acque, Esposizioni e Fiere, Piante e Disegni), che l’Istituto conserva nel rispetto del suo ruolo istituzionale di archivio storico dell’amministrazione comunale milanese, l’Archivio Storico Civico e Biblioteca Trivulziana possiede altri fondi documentari pervenuti in seguito a lasciti, donazioni o acquisizioni, tra cui si ricordino: Arrighetti, Barbò, Bardi, Crescini, D’Adda Salvaterra, Grossi, Lesca, Majnoni, Malvezzi, Manaresi, Morando, Motta, Rivolta, Sommi Picenardi, Visconti di Saliceto, oltre alla notevole raccolta Bianconi e al fondo Gadda.

Si ricordino inoltre il fondo Trivulzio (sei cartelle contenenti materiale documentario della famiglia Trivulzio) e il ricco fondo Belgioioso (309 cartelle contenenti la documentazione dell’archivio dei Belgioioso pervenuto alla famiglia Trivulzio in seguito al matrimonio nel 1864 tra Gian Giacomo Trivulzio e Giulia Amalia Barbiano di Belgioioso), entrambi ceduti al Comune di Milano nel 1935 insieme alla collezione libraria di casa Trivulzio.

L’Archivio Storico Civico e Biblioteca Trivulziana conserva infine una preziosa raccolta di pergamene miniate, di grande interesse dal punto di vista artistico e storico.

Patrimonio librario

Nuclei manoscritti originari dell’Archivio Storico Civico e Biblioteca Trivulziana sono il pregiatissimo fondo Trivulzio, che conta 1188 manoscritti librari, di cui 507 di epoca medievale, e il fondo Manoscritti d’Archivio. Tra i più importanti di provenienza Trivulzio si ricordino il Libretto di appunti di Leonardo da Vinci (codice Trivulziano 2162) e il più antico esemplare datato e miniato della Commedia dantesca (codice Trivulziano 1080).

Accanto ai libri manoscritti sono pervenuti, sia dall’Archivio Storico Civico sia dalla raccolta Trivulzio, volumi a stampa antichi e di pregio (incunaboli, cinquecentine), nonché edizioni moderne.

A questi nuclei originari sono stati aggiunti nuovi fondi, sia manoscritti sia a stampa, acquistati, donati e depositati nel corso degli anni.

Il fondo Nuove Acquisizioni raccoglie i manoscritti entrati nell’Istituto dopo il 1935 per acquisto o dono: attualmente conta 65 manoscritti, 23 dei quali medievali.

Tra gli altri fondi pervenuti a vario titolo all’Istituto si ricordino: la biblioteca del barone Giuseppe Weil Weiss, interessante per la presenza di preziose legature artistiche; la raccolta Morando, comprendente opere di contenuto esoterico; la collezione appartenuta a Giuseppe Lesca, comprendente materiale relativo alla letteratura italiana tra Ottocento e Novecento, oltre a quaderni manoscritti di opere dello stesso Lesca e a un fitto carteggio con gli intellettuali italiani del suo tempo; manoscritti, fascicoli e incunaboli appartenuti al giornalista milanese Cazzamini Mussi; la ricca collezione libraria, tra cui si segnalano anche una decina di incunaboli e una cinquantina di edizioni a stampa del XVI secolo, donati da Domenico Rodella.

L’Istituto incrementa i suoi fondi sia con l’acquisto di materiale di pregio, manoscritti e libri a stampa antichi, sia con l’acquisto di edizioni moderne di sussidio alla ricerca.