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Oltre ai Musei Civici nel Castello Sforzesco hanno sede biblioteche e archivi di importanza internazionale, che conservano, studiano e valorizzano il proprio preziosissimo patrimonio con mostre e conferenze, mettendolo a disposizione di tutti anche attraverso piattaforme digitali di consultazione.
Luigi Da Porto (1485-1529), singolare figura di militare e scrittore, amico di letterati come Pietro Bembo, è autore di quella Historia novellamente ritrovata di due nobili amanti che, ripresa da Matteo Bandello in una sua novella di larga fortuna, ispirerà a Shakespeare il dramma di Romeo e Giulietta.
La storia di Luigi Da Porto è ambientata ai primi del Trecento nella Verona di Bartolomeo della Scala, in un’epoca quindi che fu quella della presenza di Dante in città.
Sebbene diverso, nei presupposti e nell’esito, dalla vicenda di Paolo e Francesca evocata nell’Inferno (vv. 73-142), il racconto daportiano attiva nell’immaginazione del lettore un potente cortocircuito che unisce Verona, Dante, Shakespeare e il mito degli sfortunati amanti.
Il nome delle famiglie dei giovani innamorati di Da Porto - Montecchi e Capelletti o Cappelletti - ricorre nel Purgatorio (v. 106) con riferimento alle famiglie divise da inveterate inimicizie nel contesto del conflitto tra guelfi e ghibellini.
La Biblioteca Trivulziana di Milano ha prestato temporaneamente due esemplari di un’edizione del 1819 dell’opera di Da Porto, illustrati con le raffinatissime miniature su pergamena di Giovanni Battista Gigola alla mostra Tra Dante e Shakespeare. Il mito di Verona (Verona, Palazzo della Regione, 11 giugno - 3 ottobre 2021).
Nel 1481 a Firenze si pubblica a stampa per la prima volta la Commedia di Dante, nell’ambito di una complessiva celebrazione della storia civile e culturale della città.
Si tratta di un’edizione molto impegnativa, per quanto condotta a termine con relativa celerità: di grande formato, illustrata con 19 incisioni calcografiche di Baccio Baldini su disegno di Sandro Botticelli, e soprattutto arricchita dall’importante commento di Cristoforo Landino (1425-1498).
L’esemplare conservato alla Biblioteca Trivulziana, per quanto corredata solo da due delle 19 incisioni previste per l’edizione, consente comunque di apprezzare tutte le peculiarità della Commedia fiorentina.
L'Archivio Storico Civico e Biblioteca Trivulziana ha concesso in prestito alla mostra Kinderen van de Renaissance / Renaissance Children (Mechelen, Museum Hof van Busleyden, 26 marzo - 4 luglio 2021) i manoscritti:
Liber Jesus (Codice Trivulziano 2163)
Grammatica del Donato (Codice Trivulziano 2167)
Alle edizioni quattrocentesche della Divina Commedia – dalla princeps terminata a Foligno l’11 aprile 1472 all’edizione veneziana stampata nel 1497 – la Biblioteca Trivulziana dedicherà la mostra “1472. L’arte della stampa incontra la Commedia di Dante”, con l’intento di raccontare l’impatto della nuova tecnica tipografica sulla diffusione dell’opera di Dante, e insieme anche la passione dantesca che infiammò la colta Milano di inizio Ottocento. Si deve infatti soprattutto all’attento collezionismo e alla cultura filologica di Gian Giacomo Trivulzio (1774-1831), accademico della Crusca e amico e corrispondente di Vincenzo Monti, se oggi la Biblioteca Trivulziana al Castello Sforzesco conserva – unica collezione al mondo – la raccolta completa delle antiche edizioni a stampa della Commedia, accanto a un prezioso nucleo di manoscritti del XIV e del XV secolo.