Il De vulgari eloquentia e la ‘questione della lingua’

Il codice Trivulziano 1088 è un volume cartaceo della fine del XIV secolo. Forse di origine padovana, contiene assemblati insieme il De vulgari eloquentia di Dante e l’Ecerinis di Albertino Mussato. L’aspetto disadorno dell’esemplare cela uno dei tre codici più significativi della tradizione manoscritta del De vulgari eloquentia, la cui storia si intreccia alla complessa ‘questione della lingua’. Riscoperto da Gian Giorgio Trissino poco prima del 1513, il Trivulziano 1088 fu infatti lo strumento fondamentale attraverso cui l’umanista diffuse la conoscenza del trattato dantesco a Firenze e a Roma. Nei secoli seguenti il codice giacque negletto nel convento veneziano di Santa Maria della Salute, finché ricomparve nel 1817 nella biblioteca di Gian Giacomo Trivulzio, da cui fu letto con appassionato interesse linguistico assieme all’amico Vincenzo Monti, prima di arrivare fino a noi attraverso le raccolte dell’illustre famiglia milanese.

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