La Grammatica del Donato e l’educazione di un principe rinascimentale alla corte sforzesca

 

La cosiddetta Grammatica del Donato (codice Trivulziano 2167) è un codice membranaceo riccamente decorato, che realizza insieme al Liber Iesus uno straordinario dittico di ‘manoscritti d’educazione’ per il giovane Massimiliano Sforza, primogenito di Ludovico il Moro. Il manoscritto, allestito durante l’ultimo quinquennio del Quattrocento, contiene un testo grammaticale appartenente al genere letterario delle Ianuae, seguito dai Disticha Catonis. La scrittura del testo è un’elegante umanistica libraria in cui si riconosce la mano del noto calligrafo Giovanni Battista Lorenzi, mentre tra i miniatori si contano alcuni tra i più famosi artisti dell’epoca: Giovanni Ambrogio de Predis, il Maestro dell’Epitalamio di Giasone del Maino, Giovan Pietro Birago e il Maestro di Anna Sforza. L’iconografia della cosiddetta Grammatica del Donato, come pure quella del Liber Iesus, si giustifica nel contesto di un preciso intento politico del Moro, volto a legittimare se stesso e la propria successione dinastica. 

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